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GRECIA. «LA CRISI?
Parla il presidente
della Caritas di Atene
Le proteste contro il salvataggio
della Grecia proposto dall’Imf e Ue e le loro
condizioni sono sfociate nella violenza. Dopo una bomba lanciata davanti alla Marfin Bank, tre persone hanno
perso la vita.
Questo tragico momento dovrebbe
essere un campanello d’allarme su come l’elemento umano e la crisi sociale
siano interconnesse con le malattie economiche greche.
Mentre la società civile è spesso
apolitica e non ha una valenza nel processo decisionale delle questioni che
riguardano la nazione, è proprio la società civile che vive su di sé l’impatto
delle decisioni politiche.
Vita Europe
ha parlato con Padre Antonio Voutsinou presidente
della Caritas Hellas su come la società civile greca vive questa
crisi economia e sociale.
Era possibile prevedere gli atti
di violenza?
Sia ben chiaro che nessuno avrebbe
potuto prevedere questi moti di violenza. Certe proteste, specialmente quelle
che sono state organizzate contro le misure adottate dal governo, furono organizzate
tempo fa, e nessuno si sarebbe aspettato che la situazione potesse degenerare
in quel modo, con addirittura la morte di tre persone.
Che cosa ha motivato la poteste?
Ci tengo a mantenere le distanze.
Noi non possiamo prendere parte in questi tipi di protesta. La politica è una
questione molto delicata per noi, Ovviamente, la situazione politica attuale è
molto negativa. L’unica cosa che posso dire è che i greci stanno oggi pagando
per la politica di ieri. Stiamo pagando per gli errori dei partiti.
Come ha reagito la sua
organizzazione ai moti di protesta?
Se parliamo di politica, noi ne
rimaniamo fuori. La Caritas rivendica la sua vocazione apolitica. Ci limitiamo
a constatare che, con queste misure, i problemi per i più poveri stanno
aumentando. Ma soprattutto continuiamo a tenere la porta
aperta per tutti coloro che hanno bisogno di aiuto.
In particolare, cosa state
facendo?
Per prima cosa cerchiamo di dare
una mano del punto di vista economico. Per esempio, offriamo un pranzo o un
piatto caldo. Serviamo circa 250 persone al giorno, non solo
cittadini greci, ma anche stranieri e immigrati. Formiamo anche dei
vestiti. Siamo una struttura piccola con poche risorse.
Courtney
Clinton
Vita 7
maggio 2010