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CGIL MEDICI, NO A DUE SANITA’
Cure in base ai bisogni di salute


«La scommessa della sostenibilità del servizio sanitario nazionale, che costa meno in Italia rispetto a Francia, Germania e Regno Unito, e molto meno rispetto agli Usa, si vince con una sua riorganizzazione e riqualificazione con l'uso appropriato di risorse che garantiscano i livelli essenziali di assistenza per tutti» si conclude così la risposta inviata da Cecilia Taranto, Segretaria Nazionale Fp-Cgil, e Massimo Cozza (foto), Segretario Nazionale Fp-Cgil Medici, all'editoriale apparso sul Corriere della Sera la settimana scorsa a firma Giavazzi e Alesina. I due economisti sottolineavano come «lo Stato regala troppi servizi ai ricchi, ad esempio servizi sanitari gratuiti a tutti senza distinzione di reddito». E si domandavano «Ha senso tassare il 50% del reddito delle fasce più alte per poi restituire loro servizi gratuiti? Non sarebbe meglio se quei servizi li pagassero, a fronte di una riduzione dell'imposizione fiscale?». Il modello di riferimento dei due economisti, che già a settembre avevano realizzato un editoriale di tenore simile, sembra essere quello statunitense. Ma molti osservatori avevano fatto notare all'epoca del primo editoriale, come si tratti di un sistema con una spesa sanitaria totale decisamente alta, visto che ammonta all'8,4% del Pil, ovvero 1,3 punti in più della nostra. In più non copre universalmente tutti i cittadini come i sistemi europei, ma solo specifiche categorie (anziani, bambini, poveri, disabili). In pratica una spesa pubblica maggiore ma meno cittadini coperti. È anche per questo che secondo i due rappresentanti della Cgil la tesi di Alesina e Giavazzi «porterebbe inevitabilmente a due sanità: una privata ricca, per i ricchi, e una pubblica povera, per i poveri». «Abbattere il principio fondante per il quale ciascuno deve contribuire in base a quello che ha e ricevere cure in base ai propri bisogni di salute» aggiungono i due sindacalisti «significherebbe ledere un diritto riconosciuto come fondamentale dalla nostra Costituzione».

Marco Malagutti

Doctornews 17 dicembre 2012