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LA RIFORMA SANITARIA USA E’ COSTITUZIONALE
Presidente Usa: "Vittoria del popolo americano"

La decisione della Corte Suprema statunitense: cinque voti a favore e quattro contrari. Era una delle battaglie più importanti dell'amministrazione e una decisione chiave in vista delle elezioni di novembre. Romney: "Se verrò eletto presidente, il mio primo atto sarà quello di abolire l'Obamacare"

 

WASHINGTON - La Corte Suprema degli Stati Uniti ha dato ragione a Obama: la legge di riforma sanitaria 1, nella parte in cui prevede l'obbligo per i lavoratori di avere un'assicurazione sanitaria, è costituzionale. Era una delle battaglie più importanti dell'amministrazione. ''È una vittoria per tutto il popolo americano - ha commentato alla Casa Bianca - La riforma sanitaria deve essere ora attuata pienamente e migliorata se possibile. Ma non si torna più indietro''. Sarà un tema importante per la campagna elettorale, in vista delle elezioni di novembre. Non si è fatto attendere il commento del candidato repubblicano alla presidenza, Mitt Romney: "Se verrò eletto presidente, il mio primo atto sarà quello di abolire l'Obamacare".

Il voto. La riforma sanitaria è stata promossa con cinque sì e quattro no. Contro l'Obamacare si sono schierati i giudici Antonin Scalia, Anthony Kennedy, Clarence Thomas e Samuel Alito. A sorpresa il presidente John Roberts, un conservatore che ha scritto la sentenza, ha votato a favore. La decisione riguarda il futuro di 30 milioni di americani e dovrebbe entrare in vigore nel 2014. L'obbligo dell'assicurazione sanitaria pena sanzioni, il cosiddetto "mandato individuale", è di fatto uno dei pilastri della riforma.

La decisione della corte arriva dopo un ricorso della corte di Atlanta che aveva dato ragione

a 26 Stati che avevano tentato di bloccare il provvedimento. I giudici non avevano giudicato interamente incostituzionale la legge. I "ricorrenti" sostenevano invece che viola i diritti personali perché obbliga a una decisione che invece dovrebbe essere frutto di libera scelta.

La riforma di Obama. La riforma sanitaria approvata nel marzo del 2010 è una delle leggi più vaste mai approvate dagli Stati Uniti dagli anni '60 e modifica la legislazione precedente sotto moltissimi aspetti. Negli Stati Uniti, come noto, il sistema sanitario ruota attorno alle assicurazioni: stipulate direttamente dai cittadini o dai loro datori di lavoro, salvo gli anziani, protetti dal programma Medicare, e le persone a basso reddito, protette dal programma Medicaid.

I punti chiave. La rivoluzione voluta da Obama non introduce niente di lontanamente simile a un sistema europeo, ma amplia la copertura dei cittadini. Infatti costringe le società assicurative a concedere le loro polizze anche ai cittadini malati o affetti da patologie croniche, che prima venivano rifiutati. Inoltre garantisce sgravi fiscali e sussidi a un numero di cittadini americani molto più largo rispetto al passato, per permettere di acquistare una polizza anche alle persone con i redditi medio-bassi. E stabilisce per legge l'obbligo per ogni cittadino americano di contrarre un'assicurazione sanitaria entro il 2014, anno in cui il Patient Protection and Affordable Care Act dovrebbe entrare definitivamente in vigore. La legge rende accessibile una copertura assicurativa al 94% dei cittadini non anziani e offre dei benefici fiscali senza i quali molte persone troverebbero difficile permettersi un'assicurazione. Fra i punti c'è anche l'obbligo per i singoli di acquistare una copertura sanitaria individuale, pena una multa di 750 dollari oppure - se la cifra dovesse risultare maggiore - del 2% dei redditi entro il 2016 (695 dollari e il 2,5%, con l'emendamento).

L'aborto. Fra i punti contestati della riforma sanitaria c'è quello che riguarda l'aborto. La copertura assicurativa può includere l'interruzione di gravidanza, ma come un servizio a parte per il quale si paga in modo separato.

La reazione dei repubblicani. La decisione della Corte Suprema sulla riforma sanitaria mostra che tocca al Congresso abrogarla, ha detto il leader dei repubblicani in Senato Mitch McConnell. "Il Congresso deve agire per abrogare questa distorta legge" ha commentato. L'attuale Congresso ha una Camera dei Rappresentanti a maggioranza repubblicana, mentre il Senato è controllato dai democratici di Barack Obama. Al momento modificare la legge appare quindi virtualmente impossibile.

 

Repubblica 28 giugno 2012