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Argomenti:

Cos'è il mobbing?
                                                                 
Il mobbing in Famiglia
Il mobbing questo sconosciuto

Conferenza di Palermo: gli atti.

PALERMO:LO SPORTELLO ANTI-MOBBING

      Presso la propria sede, sin dalla sua nascita, il MC Sicilia ha istituito uno sportello di prima accoglienza, ascolto, informazione ed orientamento per il "Mobbing", attraverso un'équipe di aderenti, che prestano gratuitamente le singole professionalità di tecnico, di psicologa, di medico e di assistente sociale, adoperandosi a sostegno di quei lavoratori che reputano di essere vittime del mobbing. L'équipe fornisce informazioni e chiarimenti sul fenomeno del mobbing, indirizzando l'utente, se necessario, per un supporto medico presso il proprio medico di base e/o un'assistenza legale e orientando anche, se necessario, il lavoratore verso una struttura pubblica (AUSL) convenzionata con il MCS di Disagio di Salute Mentale per una terapia psichiatrica o verso il Servizio di Psicologia per una terapia di sostegno psicologico. Lo sportello ha già accolto circa 30 utenze, dedicando ad ognuno almeno due incontri individuali e personalizzati. Si riceve per appuntamento.

Il MCS è stato anche presente ed ha relazionato in occasione di convegni sulla tematica. Ha anche aderito, attraverso manifestazione d'interesse, a progetti di rete presentati dal Coordinamento Donne CGIL/CISL/UIL.

Dopo alcuni incontri, il MCS è riuscito ad organizzare un "FORUM SUL MOBBING" degli addetti ai lavori (19/03/03, 04/04/03, 21/05/03, 13/06/03, 11/07/03 e 12/09/03) c/o il Servizio di Psicologia-AUSL 6 di Palermo, c/o la propria Sede, c/o il Dipartimento di Medicina del Lavoro e c/o la UIL, con l'intento di focalizzare la realtà palermitana rispetto al mobbing per progettare un lavoro di rete comune. Agli incontri erano presenti lo staff dello sportello anti-mobbing MCS, lo sportello mobbing del sindacato UIL, lo sportello mobbing del Comune di Palermo, il Servizio di Psicologia dell'AUSL 6, il coordinatore psichiatra del Dipartimento di Salute Mentale 3 dell'AUSL 6, rappresentanti della Medicina del Lavoro ed anche tirocinanti di psicologia e di avvocatura proiettati alla specializzazione di un lavoro tematico sul mobbing.

MOBBING Bisogna essere cauti a non confondere una generica forma di disagio con i sintomi del mobbing. Si parla di mobbing solo in presenza di persecuzioni sistematiche, ripetute e oggettivamente documentate; in Svezia, ove esiste già una legge sul MOBBING, il termine minimo per classificare le vessazioni da mobbing è di SEI MESI

  1. I litigi o i dissidi con i colleghi sono più frequenti del solito.
  2. Quando entrate in una stanza, la conversazione generale si interrompe improvvisamente.
  3. Venite tagliato fuori da notizie e comunicazioni importanti per un ottimo svolgimento del vostro lavoro.
  4. Siete retribuito meno di altri colleghi che hanno incarichi di importanza minore.
  5. Non viene data alcuna risposta alle vostre richieste, sia verbali che scritte.
  6. Vi sentite sorvegliati nei minimi dettagli: orari di entrata e di uscita, telefonate, tempo passato alla fotocopiatrice o alla macchinetta del caffè.
  7. Vi affidano da un giorno all'altro incarichi inferiori alla vostra qualifica o estranei alle vostre competenze.
  8. Superiori o colleghi vi provocano per indurvi a reagire incontrollatamente.
  9. Vi prendono in giro per il fisico e per l'abbigliamento.
  10. Tutte le vostre proposte di lavoro vengono rifiutate.
  11. Girano pettegolezzi infondati sul vostro conto.
  12. Vi criticano eccessivamente per delle piccolezze.
A volte questi capi tormentano il dipendente solo perché sono psicotici, dei narcisisti perversi, ma spesso lo fanno seguendo direttive aziendali: nell'impossibilità di un licenziamento, rendere la vita insostenibile al lavoratore fino a spingerlo alle dimissioni. Una persecuzione che prende il nome di "bossing". I colleghi che emarginano un compagno, invece, quasi sempre lo fanno perché lui è troppo efficiente e così mette a nudo le lentezze degli altri. Il brutto è che non sempre il "mobbizzato", la vittima del mobbing, ha la possibilità di cambiare lavoro (non a caso l'età critica è intorno ai 50 anni) e allora ecco che scoppiano le conseguenze psicofisiche delle vessazioni subite.
Il ricercatore tedesco Harald Ege, che lavora a Bologna e ha scritto alcuni libri sul fenomeno, ha adeguato gli standard nordeuropei alla più conflittuale cultura aziendale italiana, evidenziando le sei fasi in cui il mobbing si sviluppa:
  1. Viene individuata una vittima su cui dirigere la conflittualità generale.
  2. Cominciano a inasprirsi i rapporti fra vittima e colleghi.
  3. Il mobbizzato ha i primi sintomi psicosomatici del disagio.
  4. L'ufficio del personale inizia a occuparsi del caso, giudicando male la vittima.
  5. Il mobbizzato cade in depressione e si ammala più seriamente.
  6. Si arriva alle dimissioni, alla pensione, o, al licenziamento e nei casi estremi, al suicidio.
A volte basta essere appena più intelligenti o meno conformisti della media per trovarsi nei guai. Altre vittime sacrificali sono i paladini dei diritti soggettivi, quelli talmente nemici dell'ingiustizia che magari non si cercano un altro lavoro perché non è giusto darsi per vinti.

dal sito dell'Università di Palermo


Uno sportello anti-mobbing in via Siracusa
Per iniziativa del "Movimento dei cittadini" di Sicilia, lo sportello fornisce informazioni attraverso un'équipe composta da un tecnico, una psicologa e un medico

Il "Movimento dei cittadini" è sbarcato in Sicilia. L'associazione, presente anche nelle altre regioni italiane, è giunta nell'isola specializzandosi sul fenomeno del mobbing.
Il Movimento, che ha sede in via Siracusa a Palermo, ha aperto anche uno sportello che fornisce informazioni ai "mobbizzati", attraverso un'équipe composta da un tecnico, una psicologa e un medico. Tutti coloro che sono interessati, possono contattare l'associazione (091-6262238 - 338/8143258, fax 091-305015; e-mail movcitsicili@libero.it) e fissare un appuntamento. L'équipe, dopo un approfondito colloquio, fornirà un'assistenza legale o sanitaria.
Secondo i dati ufficiali, in Italia oggi soffrono di mobbing, cioè di violenza psicologica e vessazioni sui luoghi di lavoro, circa 1,5 milioni di lavoratori, mentre il numero di persone in qualche modo coinvolte nel fenomeno in quanto familiari o amici delle “vittime” si attesta intorno ai 5 milioni. I risultati consolidati di diverse ricerche hanno dimostrato che il mobbing può portare fino all’invalidità psicologica, definita come malattia professionale. Il fenomeno mobbing, quindi, è una delle emergenze nazionali del mondo del lavoro con evidenti ed inquietanti ricadute sociali.
"Non abbiamo ancora ricevuto un largo riscontro - spiega il segretario regionale, Rosy Calamita - in quanto non siamo conosciuti. Stiamo cercando di incrementare i nostri contatti facendoci conoscere porta a porta".
Tra gli obiettivi del movimento, è in previsione l'apertura degli sportelli anche negli altri capoluoghi di provincia siciliani.

(22 novembre 2002)


Il mobbing…questo sconosciuto!                                        vai su

Ovvero lo stress da persecuzione psicologica dei lavoratori

Vogliamo occuparci, questa volta, di un argomento “nuovo” che interessa un’enorme fascia di individui: i lavoratori. Negli ultimi anni è stata analizzata una forma di stress sulla quale si è aperto un serio dibattito fra psicologi del lavoro. In sostanza si tratta di uno stress di cui sono vittime inconsapevoli soprattutto lavoratori dipendenti, che subiscono una particolare persecuzione psicologica in ufficio o in fabbrica da parte di coloro che esercitano un potere (piccolo o grande che sia) di comando. Tale stress psico-sociale è definito “Mobbing”, ossia “terrorismo psicologico sul posto di lavoro”. Secondo il prof. Harald Ege, psicologo del lavoro e uno dei massimi esperti di persecuzioni in ambienti di lavoro, “mobbing” (che nella traduzione letterale può significare assalire, accerchiare, avvilire, rattristare) è un termine inglese che usavano i biologi dell’800 per descrivere il comportamento degli uccelli che, per difendere il nido, volavano attorno all’aggressore. Negli anni ottanta questo termine è stato ripreso nei paesi scandinavi e applicato alle persecuzioni in azienda. Il Mobbing è una patologia sociale che si origina da uno strisciante processo distruttivo della persona che nasce da comunicazioni e anche da comportamenti ostili che possono essere palesi ed occulti. Guardando il Mobbing più da vicino si nota che la strategia, apparentemente casuale degli attacchi dei persecutori, provoca nel “bersaglio” risposte anche violente come reazioni della vittima. Si arriva ad una carenza di rendimento che può sfociare in licenziamenti ed in alcuni casi anche in suicidi… oppure in comportamenti violenti se non addirittura criminali. Molto spesso, vista dall’esterno, la situazione in cui si dibatte la vittima viene percepita come un comportamento “insensato” e si crea un’immagine negativa del lavoratore che si consolida fino a bollarlo come “strano”, “piantagrane”, “problematico”, etc. I colleghi, spettatori passivi, contribuiscono ad un isolamento della persona, priva di appoggio, che entra in un tunnel che si restringe, aumentando l’ansia e i tratti depressivi che lo porteranno presto all’emarginazione. Lo shock traumatico per la negazione dei suoi diritti lo porterà inevitabilmente alla perdita della sicurezza di sé e a quella dell’altrui considerazione.

Quando il disagio diviene cronico, può andare oltre l’ambito lavorativo ed invadere altre sfere della vita ed i rapporti con gli amici, il partner e/o i figli.

Il danno psichico è palese e la situazione a livello di istituzione medica viene etichettata con la dicitura generica di “esaurimento nervoso”.

 "Vocabolario" sul mobbing

 BOSSING (spadroneggiare, comandare): indica un solo tipo di mobbing, quello compiuto dalla stessa azienda o dalla direzione del personale.

 BULLYING (tiranneggiare): termine molto diffuso in Inghilterra, si riferisce prevalentemente alle situazioni di lavoro. E' in ogni caso più restrittivo rispetto a mobbing in quanto ne indica solo un tipo, quello compiuto da un capo verso un suo sottoposto.

 DANNO BIOLOGICO: qualunque danno alla salute comporta anche un danno in termini di ostacoli alla normale vita di relazione che, conseguentemente, viene menomata.

 HARASSEMENT: (molestia): utilizzato prevalentemente negli Stati Uniti, è termine sostanzialmente sovrapponibile a bossing, ma a differenza di quello, si riferisce oltre che al mondo del lavoro, anche ad altri contesti (caserme, scuole, famiglia...).

 MOBBING (assalire violentemente): derivato dall'etologia ed usato soprattutto nei paesi dell'area scandinava. L'attenzione è focalizzata nell'ambiente di lavoro e sul comportamento del gruppo.

MOLESTIE SESSUALI: non volute, intrusive, verbalmente offensive, anche fisicamente aggressive.

TERRORISMO FISICO: violenza non necessariamente agita, ma usata come minaccia per mantenere il controllo sulla vittima e rinforzata periodicamente. 

TERRORISMO PSICOLOGICO: focalizza soprattutto l'atmosfera generale (uso del terrore per soggiogare ed intimidire).

VIOLENZA FISICA: forza fisica usata aggressivamente nei confronti della vittima.  

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Centro Studi Bruner

 Master in Mediazione Familiare  

Il Mobbing in Famiglia

Tesina di: Maria Elena Ciccarello             (A. 2000-2002)

“…Indubbiamente cattivo è colui che, abusando del proprio ruolo di potere e prestigio, commette ingiustizie e violenza a danno dei suoi simili; infinitamente più cattivo è colui che, pur sapendo dell’ingiustizia subita da un suo simile, tacendo, acconsente a che l’ingiustizia venga commessa.
(Einstein, in A. Einstein/S. Freud – Perché la guerra – Ed Boringhieri, 1981)
 

Sommario
Premessa
Introduzione


CAP.1 Il mobbing e le sue conseguenze

1.1 Cos’è il mobbing?
1.2 Sintomatologia e disturbi prodotti

CAP.2 Il mobbing nel campo del diritto di famiglia

2.1 Mobbing e famiglia
2.2.1. Il legame familiare e il Doppio Mobbing
2.2.2 Il Mobbing Familiare e coniugale
2.3 Nel campo del diritto di famiglia

CAP.3 Un caso di Mobbing in famiglia

3.1 Sono risarcibili i danni da mobbing familiare?
3.2 Mobbing e mediazione

Conclusioni

Bibliografia

Siti Internet
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Siti d'interesse

www.dirittoefamiglia.it  
www.ilmediconline.it
 
www.labourlawjournal.it
 

www.legge-e-giustizia.it
 
www.mediazionefamiliare.com
 

www.mimamobbing.org
 
www.psicologi-psicoterapeuti.it
 
www.psiconline.it
 
www.puntofamiglia.it
 
www.saluteinforma.it
 
www.spaziodonna.com


[1] H.Ege, Mobbing. Che cos’è il terrore psicologico sul posto di lavoro, 1996 Pitagora Editrice, Bologna, pag.191 e segg.

[2] Associazione fondata da Harald Ege, psicologo del lavoro e specialista in relazioni industriali e del lavoro.

[3] H.Ege, Mobbing,1996, Collana Prima, Edizione a cura di Prima Associazione Italiana contro Mobbing e Stress Psicosociale, Bologna.

[4] Incompatibilità ambientale. La Cassazione ha affermato: “L’abbandono della casa familiare di per sé costituisce violazione di un obbligo matrimoniale a causa di addebito della separazione a meno che non si provi che è stato determinato da giusta causa. Ravvisata non tanto nell’invadenza della suocera…, quanto nell’accettazione di tale atteggiamento da parte del marito”.

[5] Tradimento apparente o tentativo di infedeltà- Sent. Cass. Civile 1 Sez. n. 947/99. Quando in considerazione degli aspetti con cui è coltivata una determinata relazione tra un coniuge ed un terzo ed in considerazione dell’ambiente in cui vivono i coniugi, anche se non si sostanzi in un adulterio, può configurarsi offesa alla dignità e all’onore dell’altro coniuge.( Sent. Cass. 3511/94- 9287/97).

[6] Cfr. Rodotà, Il “mobbing” entra in famiglia, in La Stampa, 22 Febbraio 2000’1; Miretti, “Moglie mia, sei brutta”: condannato, in La Stampa, 22 Febbraio 2000,13.


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Da leggere

"MOBBING: riflessioni sulla pelle..." di Antonio Ascenzi e Gian Luigi Bergagio, casa editrice G. Giappichelli Editore di Torino.